Identity: Francesca Cuttica

di Serena Belcastro - 21 marzo 2013

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Blusa e shorts vintage, giacca Aroma 30, calze American Apparel

 

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Camicia vintage, giacca Aroma 30

 

 Foto e testo di Serena Belcastro

Francesca Cuttica è principalmente un’attrice, ma io l’ho conosciuta come China, voce e batteria dei WOW, trio garage lo-fi psichedelico di Bubca records, etichetta romana indipendente lo-fi/punk/garage.

E’ nata nel 1983 a Genova, ma vive a Roma da ormai 10 anni ed è qui e a tutto il Vecchio Continente che sente di appartenere, dopo un’esperienza a Las Vegas che l’ha vaccinata dal sogno americano.

L’ho incontrata nella sua casa in centro per scattarle qualche foto con il mio styling in un caldo pomeriggio invernale.  Tra un vinile e l’altro, qualche tè e mille sigarette si è rivelato un set intenso e rilassante che probabilmente solo in parte mi ha permesso di scoprire la sua vera anima.

Ermetica e apparentemente semplice, la sua bellezza è androgina e iper femminile al tempo stesso e racchiude una personalità complessa. Preferisce lasciar parlare le movenze del suo corpo e l’intensità del suo sguardo blu piuttosto che rischiare di rimanere imprigionata in un’intervista che possa inquadrare in qualche schema la sua natura più profonda. Ci ho provato, fallendo miseramente, a cercare di capire quali potessero essere i suoi riferimenti visivi per scoprire che per lei sono fonte di ispirazione poeti come Aldo Palazzeschi, Cesare Pavese e Marina Cvetaeva così come i posti e le persone che incontra e che decide di riprendere e fotografare nel suo blog Humansheadfly . È proprio da qui e dal blog dei WOW che ho deciso di attingere per costruire un moodboard che riesca ad evocare i tratti distintivi dell’identità di China insieme a una poesia con cui lei stessa si identifica:

Chi sono?

Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell’anima mia:
“follia”.
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore la tavolozza dell’anima mia:
“malinconia”.
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c’è che una nota
Nella tastiera dell’anima mia:
“nostalgia”.
Son dunque…che cosa?
Io metto una lente
Davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell’anima mia.

Aldo Palazzeschi

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