Massimo Sirelli, un creativo emozionale

di 2bePOP - 26 ottobre 2016

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di: Alberto De Seta

Massimo è un Creativo. Il suo bisogno quotidiano è comunicare, e non importa se lo faccia con un graffito, un’illustrazione piuttosto che con un robot o con una campagna pubblicitaria. Per lui non è importante il mezzo ma il fine. E il suo fine è arrivare alla gente con la sua arte. Io lo conosco da quando, poco più che adolescenti, eravamo parte di quel fenomeno chiamato HipHop ed in particolare di quella fetta che si esprimeva con il Writing. Ho visto pochi avere una crescita artistica come la sua, essere così abile nel destreggiarsi con svariate tecniche e suscitare tanta curiosità con la sua arte.

2bePOP è lieta di presentarvi Massimo Sirelli

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Raccontaci del tuo processo evolutivo, partendo dai graffiti, passando per l’illustrazione, poi i robot e nel contempo della tua attività nel campo della comunicazione.
Mio Papà era un appassionato. Frequentava artisti e atelier sin da giovane.
Non era un artista, ma subiva il fascino e la magia della bellezza del segno creativo.
In casa mia ho sempre respirato arte, nelle pitture e negli oggetti.
Da bambino, poi, mi portava in queste botteghe e io sognavo di diventare come questi artisti.
In adolescenza ho incontrato i Graffiti e il Tagging, da lì non mi sono più fermato, l’aspirazione è diventata ispirazione e il cammino una ricerca per scoprire e sperimentare linguaggi nuovi.
Sento costantemente la necessità di esprimere emozioni differenti e il cambio di supporto – strumento o linguaggio – mi permette di arrivare all’anima di quello che ho da dire.

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Per come ti conosco di certo avrai studiato tanto, spulciato tantissimo. Avrai passato ore curiosando in una maniacale ricerca di ispirazione ed evoluzione. Qual è o quali sono gli artisti che più ti hanno ispirato e le persone, che in questi anni hai conosciuto, che si sono rivelate una piacevole sorpresa?
I nomi che per primi hanno ispirato il mio animo erano quelli degli artisti che vedevo sulle pareti di casa mia: dalle nature morte di Nicola Aversa agli astratti di Gentilini, dai nudi di Cantatore ai mostri di Lori De Seta.
De Seta, che è scomparso prematuramente qualche mese fá, è stata é forse l’artista che mi ha più ispirato.
Poi in realtà sono una persona estremamente sensibile, con una forte memoria visiva, per tanto assimilo e poi rielaboro tutto, ma proprio tutto ciò che vedo. Dalla grafica di un cartoccio della pizza da asporto al poster pubblicitario.
Bisogna studiare tanto, e questo non significa necessariamente leggere un libro.
Lo studio è visitare le mostre, viaggiare e andare nei musei, ascoltare le persone e le loro storie.

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Sei di Catanzaro ma hai studiato, vivi e lavori a Torino ormai da tantissimo tempo. Quanto ha contato nella tua crescita personale e artistica rapportarti in un contesto così lontano anni luce dalla nostra amata e odiata Calabria?
Il viaggio è parte della crescita. Non puoi evolverti completamente se non cambi il punto di osservazione. È come quando osservi un’opera in un museo, la guardi… la riguardi poi ti avvicini e poi ti allontani.
Ecco tornare a casa in Calabria è il momento in cui osservo la bellezza del posto dove sono cresciuto e riesco a percepirne le sfumature, quelle che non vedi perché disturbato dalle bruttezze quotidiane, ti impediscono l’osservazione.
In quel momento nascono le idee migliori.
Molti dei miei progetti più importanti li ho pensati durante i miei soggiorni a casa!

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Qual è stato il momento o cosa in particolare, secondo te, ti ha permesso di fare il salto di qualità?
Tu credi abbia già fatto il salto? :)
La verità è che mi dimentico ogni giorno delle cose importanti che ho realizzato il giorno prima. Vivo con l’ansia di non aver fatto abbastanza e mi rimetto in gioco su un altro campo e un nuovo strumento.
Sono troppo curioso per fermarmi a uno…
E forse questa grande voglia di fare e questa curiosità mi hanno permesso di fare molte delle cose che ho fatto.

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Parlaci dei progetti più importanti ai quali hai lavorato e ai quali stai lavorando e cosa hai in mente per il futuro.
Da qualche mese sono rientrato dal BiograFilm Festival di Bologna, dove ho ritirato un premio per il concorso indetto da BoxOffice: “Il seme della Creatività 2016″, per la migliore campagna social cinematografica con il film “Dio esiste e vive a Bruxelles” vinto con il mio studio creativo, INSIDE. Ho passato tutta l’estate in giro per l’Italia per eventi, realizzando anche una installazione Robot a Soverato negli spazi di Ex-Comac. Poi  ad Ancona per tenere una due giorni di Workshop “Recycledrobot” al Weekendoit, l’evento creativo più importante della costa adriatica, e poi uno stop di relax e ripresa, ad agosto, per affrontare al meglio questo autunno che regalerà qualche altro sopresa: incrociate le dita anche Voi con Me!

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