Kento: Resistenza Rap. Il racconto di un viaggio in musica

di 2bePOP - 25 novembre 2016

In concomitanza all’uscita del suo nuovo album, “Da Sud”, arriva sul mercato edito dalla Round Robin editrice per la collana Fari, “Resitenza Rap (Musica, lotta e (forse) poesia: come l’Hip-Hop ha cambiato la mia vita)”, opera prima di Francesco “Kento” Carlo, rapper classe 1976, che per la prima volta, si fa per dire, si cimenta con la parola o almeno con il linguaggio letterario.

Di Chiara Santoni

Kento & the Voodoo Brothers (foto Pierpaolo Lo Giudice)

E da Sud si parte, per l’esattezza dalla statale 106 Jonica e con un automezzo confiscato alla mafia, per questo viaggio trasversale nel mondo dell’Hip-Hop e dell’impegno sociale, che non mancherà di arricchire e stimolare il fruitore. Indipendentemente dalla passione o meno per il genere musicale.

 

Un viaggio, del resto, fatto dal racconto di tanti concerti, manifestazioni, ma anche di progetti e collaborazioni non solo musicali.

Dall’esperienza con i ragazzi nei carceri minorili, a quella dell’Hip-Hop Smash the Wall in Palestina, che a dire di Kento gli ha letteralmente cambiato la vita, passando per le Slam Poetry ed il recupero della taranta nelle scuole con il “Tempo rubato alla ‘ndrangheta”, tra concerti sabotati e innegabili soddisfazioni, il racconto si mischia tra i ricordi e le rime potenti (o “irruente, spigolose e rozze” per citare lo stesso Kento) di questo mc reggino.

Kento (foto Simone Mast)

Aneddoti personali in cui musica, vita, morte, lotta culturale e politica si fondono, offrendo al lettore uno spaccato fin troppo percettibile di ingiustizia sociale ma anche e soprattutto un impulso irrefrenabile al riscatto, uno stimolo a non mollare o meglio, ad agire per contribuire ad un cambiamento.

 

L’Hip-Hop non è una cultura neutrale e sicuramente non lo è neppure Kento, che fa dell’impegno sociale, delle sue radici e della “Resistenza sonora”, per citare il concept album del 2010, la cifra stilistica di ogni suo brano e in fondo anche di questo libro.

Kento (foto Pierpaolo Lo Giudice)

Basti pensare al bellissimo pezzo scritto su suggerimento dell’associazione antimafia Da Sud per Denise Cosco, la donna che ebbe il coraggio di denunciare il padre per l’uccisione della madre collaboratrice di giustizia, Lea Garofalo.

Non stupisce, pertanto, che anche in questa sua prima esperienza letteraria, Kento si riveli un autore coraggioso ed ostinato, che invita alla consapevolezza e alla responsabilità ma senza perdere di piacevolezza e di una certa ironia. Attivo sin dai primi anni ’90, appena un mese fa è arrivato ad essere il primo rapper di sempre invitato a partecipare al prestigioso Premio Tenco e a chi gli chiede se il rap può essere considerato il nuovo cantautorato oppure una forma di poesia risponde: “Il rap, a mio avviso, non ha ancora avuto lo stesso impatto sociale e culturale che ha avuto il cantautorato a partire dagli anni ’70 […] penso ai vari De Andrè, Guccini, Dalla, […] ma auspico che lo stesso impatto lo possa avere anche il rap prima o poi[…] il mio sogno, del resto, è Tupac Premio Nobel!”.

 

Insomma un libro da leggere tutto di un fiato, o almeno in quello con cui Kento rappa le sue rime. Per il resto, condivido l’ottimo suggerimento dell’autore: “L’Hip-Hop si può raccontare tramite i libri, tramite film, tramite dischi ma non si può vivere se non di persona. Appena avete finito di leggere queste pagine, se vi ho incuriosito, andate a cercare un evento nella vostra città e andateci di persona”.