Il miglior Peppuccio

di 2bePOP - 10 gennaio 2013

tornatore3Siccome nel periodo delle feste natalizie tutti i cinema sono monopolizzati da cartoni e film comici simil cinepanettone, quest’anno confidavo nell’uscita italiana di The Master, fissata per il 3 gennaio.

Nel giorno dell’epifania decido quindi di andare a vedere l’ultimo film dell’amato Paul Thomas Anderson ma, pur avendo le migliori intenzioni, devo tristemente constatare che  Lo Hobbit, Tutto Tutto Niente Niente, Colpi di Fulmine, Mai Stati Uniti sono gli unici film in programmazione dalle mie parti. Fa capolino tra le locandine quella de “ La migliore offerta”, di Giuseppe Tornatore, unico film non natalizio ed uscito addirittura il primo dell’anno. Vista la situazione decido di premiare l’appropriatezza del titolo, accantono l’amarezza per il negato The Master e, giocoforza,  scelgo il regista italiano forse più famoso al mondo.

“La migliore offerta” è stato blindato da gran riservatezza sin dai primi giorni di riprese. Si sapeva soltanto che si sarebbe trattato probabilmente di un thriller, niente immagini in anteprima, niente indiscrezioni sulla trama, solo qualche notizia sul cast. Per quanto gli affreschi melodrammatici sulla Sicilia abbiano largamente annoiato,  non si può, comunque, negare che il cinema di Tornatore sia sempre volato molto in alto. Anche il nuovo film porta con sé  qualche consueto difettuccio di presunzione ma, nonostante l’odiosa colonna sonora di Morricone sparata a volume altissimo e spesso fuori luogo,  funziona abbastanza bene.

Come per “Una pura formalità” e “La straniera”, Tornatore, pur utilizzando degli intrecci di chiara matrice Pirandelliana, da consumato cinefilo e cineasta, sceglie la via del thriller psicologico guardando ad Hitchcock e ad alcune cose di Orson Wells ( F come falso su tutti). I temi che affascinano il regista sono i soliti: la difficoltà di distinguere il vero dal  falso, il rapporto tra arte, amore e vita .

Dunque, pure per “ La migliore offerta”, si sceglie un meccanismo narrativo complesso che, al contrario, si segue senza alcuna difficoltà. Virgin Oldman, un sempre perfetto Geoffrey Rush, è un esperto e conosciuto battitore d’asta ed arredatore. Misantropo, e in parte misogino, porta sempre i guanti ed evita ogni contatto fisico con le persone. Le uniche donne con le quali ha rapporti sono quelle raffigurate nelle opere d’arte che perizia, vende e colleziona. Frequenta solo un vecchio dandy, Donald Shuterland, e una specie di orologiaio, Jim Sturgess , ma la telefonata di una donna misteriosa che gli conferirà un incarico cambierà ogni cosa nella sua vita.

Deluso. Molto deluso dal finale del film, esco dalla sala con delle convinzioni ben precise. Tornatore lontano dalla amata Sicilia rende davvero meglio; ha da sempre cercato il grande cinema di respiro internazionale  e spesso gli è riuscito di raggiungerlo, a differenza di diversi altri registi italiani.  “ La migliore offerta” è infatti è di gran lunga la sua opera migliore, almeno tra le ultime tre che ha girato.

Francesco Sapone