Van Morrison Roll With the Punches: the story behind the picture
Van Morrison Roll With the Punches: the story behind the picture
“Sono entrato in contatto con il blues quando ero molto piccolo. La cosa che amo di questo genere è che non devi esaminarlo, solo suonarlo. Non ho mai analizzato troppo la mia musica, la compongo e basta. La musica deve essere solamente suonata ed è questo il modo in cui funziona il blues, è un’attitudine. Sono stato fortunato ad incontrare i più grandi: John Lee Hooker, Jimmy Witherspoon, Bo Diddley, Little Walter e Mose Allison. Li ho frequentati e ho assorbito ciò che facevano. Erano persone senza un grosso ego e mi hanno insegnato moltissimo. Le canzoni di Roll With The Punches, che siano scritte da me o no, sono orientate alla performance. Ogni canzone è una storia e io eseguo quella storia. È un concetto dimenticato perché le persone hanno la tendenza ad analizzare troppo le cose. Ancor prima di iniziare a scrivere canzoni sono stato un performer. Questo è quello che faccio.” (Van Morrison)


Guida alla produzione del tuo primo disco
Ma è meglio PJ Harvey o Patti Smith?
È il 25 agosto 1975, Bruce Springsteen ha quasi 26 anni. Born to run, il suo terzo album, celebra la vita on the road, attraverso la voce e le speranze di due ragazzi in fuga, verso un altrove che li condurrà a vivere una vita migliore.
Immaginate se fra un po’, in seguito a un fortissimo esaurimento nervoso, dovuto a troppi Estathé e a pochi riposi postprandiali, io quasi per incanto, e con un insolito piglio suprematista cominciassi a scrivere status farraginosi sulla condizione di un ultra trentenne affetto da pigrizia acuta che ha smesso di radersi perché di lacrima facile o solo perché fa figo essere un hipster.
“Un bel panda tibetano