Diario di un Tano, lettere dal Sudamerica (# 8)
Ho abbandonato di corsa la casa di Floresta per trasferirmi in un quartiere più bello, movimentato, vivo e centrale. Si chiama Almagro, è una delle zone più tanghere della città e ci sono tanti bar e una terrazza da cui scrivo Continua a leggere →
Cosa cazzo vi tweettate tutto il giorno, chi cazzo vi credete di essere?
Che nervi. Se c’è qualcosa che riesce a frustrare chiunque ami la musica quella è il jazz. Il jazz frustra chiunque tranne chi lo suona. Chi lo suona si libera, anzi è libero. I jazzisti, quelli bravi e non in cartacarbone, hanno un arto in più: un braccio a forma di contrabbasso, una mano-sax, cose così. Talvolta hanno 88 dita delle mani
Il titolo è salvo. La borsa non c’entra. Del resto le spa sono roba da ricchi, continuando a citare gli 80, o da omosessuali e signorine, tornando invece sugli zero in assoluto, e noi sia di revival che di apparenze ne abbiamo fatto indigestione
Ostinarsi ad uscire il sabato sera è po’ come essere Julian Ross, lo sai che uscendo dagli spogliatoi per entrare in campo ad aspettarti c’è la morte
Nothing is true; everything is permitted (Hassan I Sabbah)
Ai detrattori della musica latina, o a chi la associa solo ai club di provincia pieni di papponi e vecchietti assoldati dalle scuole di ballo, un festival dedicato al sound dei caraibi può suscitare scherno o, nella migliore delle ipotesi, indifferenza
Il moto è circolare. Che si creda al karma, al vortice della passione o al vinile come disco volante e non come cimelio hipster, per noi, insomma, il viaggio continua
Change your coffee, change your life
Ogni abbecedario che si rispetti deve contenere un personaggio collodiano, e, fuor di metafora politica, il mio prescelto è Il Grillo Parlante, con l’articolo determinativo maiuscolo: la voce della coscienza, la saggezza, non quella di Guzzanti che rifaceva Dalla Porta, ma la conoscenza vera e profonda della vita, che fa tesoro di errori e mete raggiunte e conduce, si spera, l’ agire umano