Dardust, ricomincio da 7
Dario Faini, a.k.a.  Dardust, è un altro di quegli artisti che ci piace raccontarvi e presentarvi.
Del resto uno che intitola il brano di apertura del suo disco “Un Nuovo Inizio A Neukölln” non poteva non attirare la nostra attenzione proprio in tema di start e stop, arrivi partenze e ripartenze, inizi e fine.
                
Immaginate se fra un po’, in seguito a un fortissimo esaurimento nervoso, dovuto a troppi Estathé e a pochi riposi postprandiali, io quasi per incanto, e con un insolito piglio suprematista cominciassi a scrivere status farraginosi sulla condizione di un ultra trentenne affetto da pigrizia acuta che ha smesso di radersi perché di lacrima facile o solo perché fa figo essere un hipster. 
Contravvenire alle regole. Talvolta anche a quelle della buona educazione. Ecco qual è la sfida di questo millennio. E la prima norma da infrangere è il tempismo perfetto, in un mondo che corre troppo veloce, per lasciare che i pensieri assumano tridimensionalità. Cercare l’imperfezione. Sembra questo il segreto che basa l’evoluzione della musica contemporanea sull’utilizzo di delay ovunque, assemblando intanto il passato per riformularlo e portarlo fino a qui. Poi tocca abolire le banalità. Ed è così che Canzoni Invisibili divengono palpabili 
Cazzate. Tutti parlano della triologia berlinese 